La Brand Reputation è l'insieme di percezioni, valutazioni e aspettative nei confronti di un'azienda che sono il frutto di numerosi fattori quali la storia, le pubbliche relazioni e la condotta dell’azienda nel tempo e fra questi anche la gestione dei dati e il rispetto delle regole imposte dal GDPR a tutela degli interessati.
Se l’immagine dell’azienda è soggetta a repentini cambiamenti la reputazione aziendale è meno stabile nel tempo e un’azienda può perderla drasticamente ma non migliorare altrettanto rapidamente. Inoltre, mentre l’immagine appartiene all’azienda, la reputazione essendo il riflesso esterno dell'identità aziendale, è quasi totalmente in mano ai consumatori. Una non accurata gestione dei dati, una violazione del GDPR, ha tra le sue conseguenze anche un danno alla reputazione aziendale facendone derivare problemi di natura economica. Bisogna quindi tenere sotto controllo i fattori che possono portare a un danno reputazionale e fra questi la gestione dei dati e le norme del GDPR.
I valori e lo stile aziendale
Un numero sempre più consistente di persone (consumatori, cittadini, partner, clienti), percepisce sempre più consapevolmente i regolamenti privacy a tutela dei propri diritti e della propria identità digitale. È importante quindi che le aziende facciano sentire i propri clienti sicuri nell’interazione facendo percepire loro che la politica della gestione dei dati è un elemento imprescindibile per comunicare i propri valori a consumatori e partner. L’immagine aziendale, quindi, è sempre più legata alla capacità di comunicare al mercato in termini di affidabilità, anche di carattere normativo su un tema attuale e profondamente percepito quale la tutela dei dati. Negli ultimi anni, le aziende hanno introdotto progetti di adeguamento che spesso si traducono però nel mero recepimento acritico dei regolamenti, mentre GDPR e brand reputation, andrebbero integrati per definire una strategia di comunicazione efficace ai clienti. Si tratta di far capire che l’azienda non si limita ad adeguarsi alla normativa ma ha a cuore la privacy dei suoi clienti, percepiti non come consumatori ma come parte attiva, nel momento in cui vuole esercitare i suoi diritti.
Le azioni consigliate
È facile intuirne la fragilità della reputazione aziendale quando questa dipende dall’immagine che l’impresa mostra online. Per questo motivo non andrebbero sottovalutati i pericoli ( “a noi non succederà”); Si dovrebbero sviluppare adeguate misure di sicurezza informatica ed avere personale (addetti al trattamento) formato con istruzioni specifiche alla tipologia di dati ed alle finalità del trattamento, ed infine verificare che ad ogni trattamento corrisponda un adeguata base giuridica e mettere in condizione l’interessato di poter esercitare i propri diritti con la stessa facilità con cui ha concesso il consenso o con cui il titolare ne ha acquisito la legittimità giuridica. Fra le atre misure non va assolutamente dimenticato di definire la policy di data protection con indicazione dei processi aziendali attivati e la individuazione degli asset (portali, app, punti di contatto fisici, infrastruttura it ecc) . Seguono la gap analysis e il remediation plan e la successiva implementazione del remediation plan, con l’attuazione delle soluzioni necessarie per colmare i gap. A conclusione, subito prima dell’indispensabile sensibilizzazione dei soggetti interni ed esterni (istruzioni da impartire ai sensi dell’art 29 e 32), si effettua l’audit che dovrà essere periodico. Le condizioni di conformità al GDPR si evolvono infatti nel tempo e va dunque previsto un processo di manutenzione, monitoraggio e attività per onorare le eventuali richieste degli interessati, con un ruolo del DPO proattivo in termini di GDPR e di brand reputation.
Conclusioni
Una violazione delle prescrizioni GDPR comporta un danno reputazionale perché instilla nei clienti e nei partner l’idea di un’azienda incapace di garantire affidabilità e sicurezza. Un data breach, per esempio, può far perdere clienti. Meno clienti e meno soldi, così il danno alla brand reputation va a braccetto con quello economico. Un’azienda che presta grande attenzione alla data protection e segue scrupolosamente il GDPR può trarre beneficio per la propria immagine comunicando la sua sensibilità nella protezione dei dati. Sul mercato ci sono attualmente delle soluzioni software dedicate a consulenti privacy e aziende in grado di accompagnare il titolare in maniera integrata in tutte le fasi della compliance:
- puntuale analisi dei processi
- Individuazione dei rischi che ci celano nei coni d’ombra del trattamento
- definizione delle misure di mitigazione dei rischi
- Attuazione della formazione
- Formalizzazione di tutti gli aspetti documentali quali registri e nomine.
Fra le aziende maggiormente impegnate in questo contesto, e con il risultato qualitativamente più elevato segnaliamo la Namirial spa – Certification Authority – che ha realizzato una innovativa soluzione interamente cloud (GDPR DOX) che attraverso un pannello di controllo consente in tempo reale di supervisionare e controllare tutti gli aspetti del GDPR della propria clientela - in caso di consulenti - o della propria articolazione - in caso di aziende e Pubbliche amministrazioni.
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